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Le dialogue: Trains et avions



2019-07-03 325 Обсуждений (0)
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- Vous venez cet après-midi prendre une tasse de thé à la maison?

- Non, merci: il faut que j’écrive deux ou trois lettres, que je fasse quelques courses dans les magasins.

- Et demain?

- Demain non plus. Je prends le train de 7 heures pour Dieppe avec ma femme et mon fils. Nous passons la journée à la campagne, chez des amis.

- Tiens, vous irez par le train?

- Oui, ma voiture est en panne: quelque chose au moteur.

- Mais la gare est loin de chez vous!

- Nous prendrons un taxi.

- Vous n’emportez pas de bagages?

- Oh! non: pour une journée seulement!

- À quelle heure arriverez-vous?

- À 10 heures. Ce train-là n’est pas direct, c’est un omnibus. Et il faudra que nous changions une fois.

- Où ça?

- À Rouen.

- Trois heures pour aller à Dieppe, c’est long...

- Oui, mais quand je fais un long voyage, je prends des premières. Je veux que ma femme et mon fils soient assis, qu’ils aient une bonne place. Et moi, je ne veux pas rester debout non plus.

- Je comprends ça. Mais l’avion est vraiment plus pratique que le train.

- Bien sûr; seulement il n’y a pas encore de ligne Paris-Dieppe.

- Moi, quand je vais en Belgique, je prends l’hélicoptère. Pas besoin d’aéroport ni de piste d’envol.

- Oh! déjà deux heures!.. Il faut que j’aille à la gare, que je prenne des billets, que je retienne nos places... À bientôt, cher ami. 5+ (заполнены верно)

J’aime voyager

J’aime voyager et je voyage beaucoup. Pourtant, chaque fois que je quitte ma ville pour aller quelque part, je suis ému.

Le plus souvent je voyage en train. La veille de mon départ je vais à l’agence de voyage pour prendre un billet de train et réserver ma place.

- Mademoiselle, un billet de seconde pour le train Moscou-Minsk qui part demain.

- Voici votre billet, Monsieur. Voiture 3, place 4. Le train part à 18 heures.

- Y a-t-il un wagon-restaurant dans ce train?

- Mais oui, bien sûr.

Le lendemain j’arrive à la gare une demi-heure avant le départ du train en compagnie de ma femme et des mes amis. Nous entrons dans un bar.

- Quatre cafés noirs, s’il vous plaît.

Il est temps de passer sur le quai. Le train part dans dix minutes.

- De quelle voie part le train Moscou-Minsk?

- Voie 3, monsieur.

Je fais mes adieux. Je monte en voiture.

- Bon voyage!

Le train se met en marche. J’entre dans mon compartiment. J’ai une couchette de droite. Dans le compartiment il y a encore un homme, il parcourt les journaux. Je sort dans le couloir...

Le train va vite. Dans la nuit vous traversez le pays, et vous faites de bons rèves.

Le matin je me réveille de bonne heure. Je fais ma toilette, je prends le petit déjeuner. Il est 10.30. C’est l’heure de l’arrivée. Le train entre en gare. Je descends du wagon.

- Porteur! Par ici! Prenez mes deux valises.

Je monte dans le taxi et je donne l’adresse au chauffeur:

- L’hotêl “Central”, s’il vous plaît.

Dans dix minutes le taxi stoppe devant l’hôtel.

- Ça fait combien, s’il vous plaît?

- Trente roubles. Merci. 7+ (заполнены верно)

Выполнено: 31 . 12. 2018 г.

Оценка: 12 баллов. Верно заполнены: 36 пропусков.

Текст по итальянскому языку

Alla stazione

Sono le cinque meno un quarto. Davanti alla stazione c’è un viavai di persone, automobili, filobus, tram. Tassì pieni di viaggiatori e valigie partono e arrivano uno dietro l’altro. Davanti agli sportelli i viaggiatori in partenza aspettano impazientemente.

- Un biglietto andata e ritorno per Odessa.

- Due biglietti di prima classe per Marsiglia.

- Un biglietto a riduzione di seconda classe sul direttissimo delle 17 e 27 per Vienna.

Un signore, molto nervoso, guarda ogni momento l’orologio sopra l’entrata. I minuti passano rapidamente e lui teme di perdere il treno. Un altoparlante annuncia l’arrivo dell’accelerato da Sanremo sul terzo binario e un minuto dopo la partenza sul quinto binario di un direttissimo per Milano. Nicola e Giovanni sono alla stazione. Loro aspettano la zia Renata. Lei arriva da Firenze.

- A che ora arriva il treno da Firenze?

- Arriva alle 17 e 17 se non ritarda, ma preferisco controllare sull’orario dei treni.

- Che ora è adesso?

- Sono le diciassette in punto. Il treno arriva fra diciassette minuti.

- Già così tardi! Forse il tuo orologio anticipa.

-  No, anzi, di solito, ritarda. Anche l’orologio della stazione segna le cinque precise.

- Ecco l’orario. Il treno da Firenze arriva davvero alle cinque e diciassette sul secondo binario.

Poco dopo, mentre i due fratelli camminano ansiosi su e giù, l’altoparlante annuncia:

- È in arrivo sul secondo binario il diretto Firenze – Napoli. Signore e signori, benvenuti a Napoli!

Gli occhiali

Un vecchio contadino non sa leggere, poiché non è andato a scuola. Un giorno riceve una lettera dal figlio che è soldato e pensa tra sé: “Il medico del villaggio è molto istruito; andrò da lui”.

Il vecchio medico inforca i suoi occhiali e legge la lettera con grande facilità, mentre il contadino pensa: “Questi occhiali sono proprio meravigliosi”.

Quando si reca al mercato della città vicina, entra nel negozio di un ottico e prova diversi tipi di occhiali. Alla fine dichiara: “Non vanno bene per me”.

L’ottico, insospettito, perde la pazienza e chiede: “Ma Lei sa o non sa leggere?” Molto meravigliato della domanda, il contadino risponde: “Naturalmente non so leggere. Se sapevo leggere, non venivo da Lei e non spendevo denaro per comprarmi gli occhiali”.

Que tempo fa?

- Pronto, Maria, sei tu? Come stai? Quando sei tornata dalla montagna?

- Sono tornata pochi giorni fa.

- Che tempo faceva in montagna?

- Dopo due o tre giorni di sole il tempo si è guastato; dapprima un forte vento e poi ha incominciato a piovere a dirotto. Ha piovuto per alcuni giorni.

- Poveri voi! Ma dopo la pioggia viene il sole!

- Difatti due giorni dopo la pioggia è cessata. Di notte la temperatura è scesa ed è caduta molta neve. Quando è albeggiato nevicana ancora.

- Allora avete sciato?

- Ho sciato pochissimo. I miei fratelli hanno invece sciato moltissimo. Loro frequentano la scuola superiore d’educazione fisica. Sognano di diventare campioni e di poter partecipare alle prossime Olimpiadi. Io non sono però brava come loro.

- Chi hai incontrato dei nostri amici?

- Ho incontrato i signori Rossini. Sono molto simpatici e stavo volentieri con loro. Il signor Rossini parla piacevolmente di mille cose. La signora Rossini è meno interessante ma molto buona e ha molta simpatia per me. Andavo tutte le sere con lei al caffè. Quest’estate andranno in Italia.

- Felici loro! Io e Giorgio andiamo stasera al cinema. Vuoi venire con noi?

- Giorgio è con te? Vengo senz’altro. Ho molte cose da raccontare sia a te che a lui. Che tempo fa fuori?

- Fa abbastanza caldo, ma tira un po’ di vento.

- Bene. Mi incontrerò con te e Giorgio alle sei, davanti al portone di casa mia.

- Benissimo, alle sei. Sarai puntuale?

- Sarò puntualissima.

Una serata in famiglia

Questa è la casa dei genitori di Nicola. L’appartamento è al secondo piano. Nicola apre la porta e entra nel tinello. La mamma cuce a macchina un vestito per Ana. Questo vestito è molto grazioso. In quell’angolo Ana sfoglia un libro con belle illustrazioni. Queste divertono molto Ana. Il babbo legge il giornale e ascolta la radio. Questa radio è nuova. Quella vecchia è nella camera di Nicola. Il babbo finisce di leggere il giornale e dice alla mamma:

- Cosa fai?

- Cucio un vestito per Ana. Appena finisco usciamo un po’. Facciamo una passeggiata fino alla posta, spedisco queste lettere e poi...

- Poi andiamo al cinema. C’è un film interessante al cinema qui vicino. È vero, Nicola?

- Sì, quel film è interessante e anche la trama è buona. Gli attori sono molto bravi. L’attrice giovane è eccellente.

- Chi è?

- È quella giovane attrice svedese: la tua attrice preferita. Anche la regia è ottima. Quel regista è veramente bravo.

- Sì, è vero. Ma preferisco l’attrice. Che personale!

- Attenzione! Sono gelosa!

- Impossibile. Dopo venti anni di matrimonio!

- Il cuore non invecchia mai!

La cucina italiana

Carissimo amico,

Oggi ho mangiato per la prima volta all’italiana. A colazione noi adulti abbiamo bevuto del caffè, invece i bambini hanno bevuto del latte e hanno mangiato qualche fetta di pane spalmato di burro.

Più tardi sono andato al mercato con la mamma del mio ospite. Quanto chiasso! Che confusione! Tutti gridano!

Il macellaio: Signora, guardi queste fettine di vitella!

L’erbivendolo: Queste barbabietole sono freschissime! I migliori limoni al mio banco! A buon mercato la cicoria!

Il pescivendolo: Mangiate frutti di mare freschissimi! Lucci appena pescati! Merluzzi vivi!

Abbiamo comprato della carne, delle patate, delle carote, delle pesche e delle albicocche. Dal salumiere abbiamo comprato del prosciutto e delle uova, del burro e del formaggio. Siamo poi andati dal fornaio e abbiamo comprato del pane e dei biscotti. All’una abbiamo mangiato il pranzo (pastasciutta, carne con contorno di verdura, un po’ di formaggio e frutta). Durante il pranzo abbiamo bevuto dell’acqua e del vino e dopo il pranzo un ottimo caffè.

A cena, stasera, abbiamo mangiato una minestrina, delle uova e dei salumi, un po’ d’insalata e frutta. A pranzo ed a cena abbiamo mangiato del pane.

La cucina italiana è molto differente della cucina russa ma è molto buona.

Dopo la cena siamo andati a fare una piccola passeggiata e ora scrivo queste mie prime impressioni. Domani incominceremo la vera visita alla città. Buonanotte, mio caro.

P.S. Ecco una ricetta per un piatto molto buono. Metti in un tegame del burro e dell’olio, un chilo di piselli, una lattuga, sei cipolline novelle, sale, pepe, prezzemolo e cuoci a fuoco moderato. Non aggiungere liquido. Poi copri il tegame con un piatto fondo pieno di acqua fredda e cuoci per tre quarti d’ora. Cambia l’acqua quando si riscalda. All’ultimo momento versa un bicchiere pieno di crema di latte sul tutto.

 L’attrice e l’architetto

- Dov’è la mia cartella? – l’architetto De Bernardi cercava con impazienza nello studio – Hai visto la mia cartella? Mi servono i disegni, devo andare in cantiere.

- Ieri sera non l’hai portata su. L’avrai lasciata in macchina – rispose Bettina, sua moglie.

- In macchina? Ah, sì, hai ragione. Bene, allora posso andare.

La casa in costruzione era alla periferia della città. Parcheggiò la macchina, scese, passò attraverso le impalcature e si avviò su per le scale. Al nono piano si fermò.

Infilò una porta che dava nell’appartamento e si fermò di colpo. C’era qualcosa che non andava. Ecco: mancava l’anticamera.

- Nardi – chiamò – Cos’è questa storia? Dove è andata a finire l’anticamera?

Nardi lo guardò a bocca aperta.

- Non l’ha avvertita l’architetto Grandi? Ha ordinato di abbattere le pareti. Ha detto che invece di un’anticamera e di un soggiorno piccoli era meglio eliminare il primo e ampliare il secondo.

- Va bene, ho capito – Si guardò intorno e dovette riconoscere che la soluzione era ottima.

Lo studio degli architetti De Bernardi – Grandi era all’ultimo piano di un grande grattacielo, al centro della città. Fra i due architetti c’era stata una discussione piuttosto vivace. Ora stavano attendendo un nuovo cliente.

Infine fece il suo ingresso nello studio la persona attesa:

- Architetto, mi scusi per il ritardo! – E sedette su una poltroncina.

- Le presento il mio socio, l’architetto Grandi – disse De Bernardi alla donna. E a Grandi: - Abbiamo l’onore di avere qui Marine Rudy, la famosa attrice.

- Felicissima – esclamò quest’ultima tendendo la mano a Grandi. Poi si rivolse nuovamente all’architetto De Bernardi:

- Sarò breve, architetto. Purtroppo ho molti impegni. Desidero soltanto darle un’idea del mio... sogno.

- Dica pure, siamo qui apposta.

- Lei ha già visto il terreno. Sa che è in una posizione incantevole. Anche la villa deve essere qualcosa di speciale. Io l’immagino azzurra, tutta azzurra e scintillante, con quei rivestimenti di piastrelline lucide. E il soggiorno a pianterreno avrà tante finestre con le tende rosa e tante poltrone di velluto. E poi ci sarà il caminetto, naturalmente.

- Prendi nota – disse De Bernardi a Grandi – per la canna fumaria.

- Oh, no! Non un caminetto vero! Pensavo a quei caminetti finti, che non producono fumo. Non siamo mica ai tempi dei nostri nonni!

I due architetti tacevano. Marine Rudy si alzò, strinse la mano agli architetti e uscì.

I due architetti si guardarono un momento in silenzio.

- Mai sentito nulla di più divertente!

- Ah, sì! Ma non hai capito che cosa desidera? Un orrore! E pensare che io, in quel terreno, ci vedo una casetta quasi rustica, con mattoni rossi.

- Oh, per me. Se lei vuole le piastrelline azzurre è padronissima di averle.

Per un momento Grandi tacque, poi balbettò:

- È una donna tanto bella che hai perduto la testa. Adesso me ne vado, ma ne riparleremo – prese la sua borsetta, s’infilò il soprabito e uscì.

- Ecco che cosa ci si guadagna ad avere a che fare con le donne – pensò Bernardi.

Mentre attendeva la cena nello studio della propria casa l’architetto De Bernardi tentava di schizzare qualche progetto per la Rudy. Quello che nel pomeriggio era parso così semplice adesso gli sembrava sempre più complicato. Intanto aveva incominciato a disegnare quasi meccanicamente una casetta semplicissima, di mattoni. Sì, anche lui la vedeva così quella villa. Ma come dirlo al socio?

Un tonfo, un piccolo grido provenienti dalla cucina, lo fecero affacciare sulla porta della cucina. Eccolo lì il socio ficcanaso: Bettina. Si guardava un dito dal quale usciva un po’ di sangue, nell’altra mano aveva l’apriscatole e a terra giaceva una scatola di frutta sciroppata.

- Le apri sempre tu le scatole – disse lei.

- Volevo farti una sorpresa e prepararti le fragole con la panna che ti piacciono tanto.

Lui taceva.

- Piero, non farò più nulla senza chiedere il tuo parere. Ma non tenermi il broncio e apri la scatola.

L’architetto De Bernardi sorrise.

- Infine con un socio-moglie si trova sempre il modo di mettersi d’accordo – pensò mentre raccattava la scatola.

Il treno

- È mai stato in Italia?

    

  

 



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